Le paludi, zone umide del mondo che Gino Fantin ripercorre, con mano ispirata e le consuete ironia ed eleganza, dalla Macedonia al Messico, dalla Bielorussia all'Argentina, dall'Italia all'Europa fino al Cile. Cinquantanni narrati sul filo della memoria, i viaggi realizzati - comunque sempre a lungo preparati - e quelli appena sognati, le condizioni avverse del tempo e le più strane avventure, le cacciate memorabili e i volatili più insoliti. E dunque le Cauquen real andine e le saettanti Green winged teal americane, le Avutardas della Patagonia e i misteriosi tragitti degli stormi alati sul Golfo di California. Non senza qualche simpatica variazione al tema incrociando colombacci, tordi, un singolo fagiano o una beccaccia. Una caccia, quella di Fantin, sempre alla ricerca di un giusto equilibrio fra testa e passione, sempre avvisata che «sparare poco e osservare molto» mai possa essere in contrasto «con gli agognati e ricchi carnieri di cui si parla e spesso si favoleggia». Il tutto insieme a qualche seccatura di cui poi poter ridere e a tante soddisfazioni da ricordare. E, incredibilmente, anche in pantofole.