A che punto è la notte? Il riferimento al Macbeth shakespeariano è un modo di leggere l'evoluzione della criminalità in Sardegna, in particolare quelle forme che utilizzano la violenza come strumento per soddisfare pulsioni di controllo e di arricchimento illecito. Il collegamento è azzardato, ma è utile per ricordare che c'è sempre chi utilizza la violenza per fermare con il sangue chiunque si frapponga o costituisca un ostacolo. A che punto è la criminalità sarda? Da vent'anni l'Osservatorio sociale sullo Sviluppo e sulla Criminalità in Sardegna (OSCRIM) monitora i cambiamenti e di questi, volta per volta, ne ha dato conto nei volumi pubblicati dal 2006 fino ad oggi, senza dimenticare che il fiorente mercato delle droghe è ormai diventato il sostegno materiale su cui si basano le maggiori espressioni criminali sarde, tanto da aver indotto l'OSCRIM a dedicare ad esso una trilogia - Droghe e organizzazioni criminali in Sardegna (2021), L'Isola sotterranea (2022),La felicità non abita più qui (2023). È in una Sardegna per così dire crepuscolare che si collocano le diverse tipologie di violenza criminale, anche perché continuano a caratterizzare molti dei fenomeni delittuosi dell'Isola in continuità con il passato, seppure con molti elementi di novità. Il volume è articolato in quattro capitoli e concentra l'attenzione sugli omicidi (di Daniele Pulino), le rapine (di Sara Spanu) e gli attentati (di Daniele Pulino), a questi ultimi due crimini è dedicato il quarto capitolo che riporta lo studio dei relativi costi economici (di Anna Bussu, Domenica Dettori, Maria Gabriela Ladu, Manuela Pulina). Il saggio introduttivo (di Antonietta Mazzette) offre un possibile modo di leggere l'evoluzione della violenza criminale in Sardegna.