Nei primi anni del Novecento, quando fu dato alle stampe Il Mistero del Mare,
Bram Stoker era una delle figure più in vista dell’alta società londinese, da oltre
vent’anni assistente personale di Henry Irving, il più acclamato attore vittoriano,
e autore di alcuni libri di discreta popolarità, tra cui Dracula, “la miglior storia
di demoni che abbia letto da molti anni a questa parte”, come ebbe a scrivergli
Arthur Conan Doyle. Proprio l’immensa fortuna di Dracula, che dopo la morte
di Stoker s’impose tra i capolavori della narrativa del terrore, ha inevitabilmente
gettato ombra sul resto dell’opera dello scrittore irlandese. Così, anche Il Mistero
del Mare ha finito per vivere una lunga stagione di oblio, restando pressoché sconosciuto
ai lettori di molte parti del mondo, e fin qui inedito pure in Italia.
A leggerlo oggi, nel centenario della morte del suo autore, questo romanzo dal
sapore avventuroso e dall’atmosfera fosca si rivela un’opera sorprendente, ben più
di quanto la sua avversa sorte editoriale possa far supporre. Fulcro dell’intera vicenda
è la ricerca di un antico tesoro, un capitale di monete e lingotti che lo Stato
Pontificio, alla fine del sedicesimo secolo, aveva destinato alla corona di Spagna
per conquistare l’Inghilterra e convertirla al cattolicesimo. Archibald Hunter, protagonista
e narratore, è l’uomo scelto dal fato per sbrogliare una vicenda irta di
pericoli, intorno alla quale convergono le mire di molti attori. Il destino gli riserva
come compagna una giovane e indomita americana, Marjory, erede della nobile
stirpe di Sir Francis Drake. Insieme a lei, Archie dovrà districarsi tra misteriosi
fenomeni di preveggenza e scritture enigmatiche, inganni, rapimenti e battaglie
in mare, incalzato da una perfida veggente, da un azzimato gentiluomo spagnolo
e dai servizi segreti britannici e americani.
Incredibile caleidoscopio di argomenti, generi e categorie estetiche – l’amore, la
politica e la crittografia; l’avventura, il neogotico e lo spionaggio; il soprannaturale,
il razionale e il pittoresco – questo romanzo condensa la tradizione letteraria
del suo tempo e anticipa temi e atmosfere di molta narrativa novecentesca, confermando
quelle qualità che hanno fatto di Bram Stoker un innovatore, padre, con
Dracula, di uno dei filoni artistici di maggiore successo nel tempo.