Portato sulle scene nel 1625, il testo del
drammaturgo spagnolo viene ripreso trent’anni più tardi da un altro illustre scrittore di teatro, Molière, nel suo
Don Giovanni o il convito di pietra e, con un distacco di quasi un secolo, Wolfgang Amadeus Mozart se ne serve per la sua opera lirica,
Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni.
Il drammaturgo si può considerare come
uno dei più prolifici – a detta dello stesso autore, le opere che portano la sua firma sono più di quattrocento, anche se esiste testimonianza solo di sessanta – della corrente barocca del
Siglo de Oro, alla quale contribuisce anche Félix Lope de Vega con i suoi sonetti e le sue opere teatrali. Molina, infatti, è dapprima discepolo di Vega, e poi acquisisce indipendenza dal maestro per intraprendere la sua carriera, superandolo.
L’importanza dell’opera di Molina, che spazia dalla commedia al dramma storico, è data dalla capacità dell’autore di dar vita a dei personaggi dal ricco profilo psicologico e di comporre delle pièce dove i giochi di parole sono grandi protagonisti.