Dopo aver avviato una compagnia teatrale, dopo aver viaggiato e recitato come attore ambulante, e in seguito a diversi tentativi falliti, Molière inizia a scrivere
commedie, il genere con cui riesce a esprimere al meglio la sua creatività come autore di teatro.
Il successo arriva nel 1660 con
Sganarello o i
l cornuto immaginario, commedia seguita poi dall’altro successo, ottenuto con
La scuola delle mogli. Tra le altre opere è doveroso ricordare
Don Giovanni o il convitato di pietra,
Il misantropo,
L’avaro e
Il malato immaginario, l’ultimo scritto del drammaturgo.
La visione che Molière ha dell’opera teatrale ha dello straordinario: rompe con la tradizione, con gli schemi e lo stile dell’epoca; getta le basi per la commedia di costume moderna, creando un intreccio verosimile e dei personaggi facilmente riconoscibili nel quotidiano, e anticipa con l’
innovazione Carlo Goldoni.
Celebri sono anche le frasi dal
gusto ironico e dal vivace umorismo che costellano le opere teatrali di Molière, una tra tutte viene da
Il Tartufo: «È il pubblico scandalo ad offendere: peccare in silenzio è non peccare affatto», ecco con quanta semplicità, ingegno ed estro creativo, il drammaturgo francese fa parlare i suoi personaggi.
