Luigi Meneghello nacque a Malo (Vicenza ), il 16 febbraio 1922, da Cleto, meccanico e gestore di una piccola azienda di trasporti e da Giuseppina Canciani, maestra originaria di Udine.
Presa la maturità classica al liceo Pigafetta di Vicenza nel 1939,
Meneghello si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Padova. Nel 1940 partecipò ai Littoriali della cultura e vinse il concorso di dottrina fascista. Dal 1940 al 1942 lavorò nella redazione del quotidiano di Padova Il Veneto. Nel 1943 viene inviato alla scuola ufficiali alpini a Merano. L'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre lo coglie a Tarquinia, il reparto si sciolse e rientrò a Vicenza. All’inizio del 1944 contribuì alla formazione di un reparto partigiano che si richiamava al Partito d’Azione, vicende poi narrate nel romanzo autobiografico
I piccoli maestri (1964).
Dopo la liberazione Meneghello si laureò con una tesi dal titolo Il problema della filosofia e della cultura moderna ottenendo il massimo dei voti e la lode. Dopo un periodo di impegno politico all’interno del Partito d’Azione, maturò la decisione dell’espatrio in Inghilterra con la moglie Katia, ebrea di origine jugoslavo e superstite di Auschwitz. Vinto un concorso del British Council per una borsa di studio all’Università di Reading, vi si trasferí nel settembre 1947.
Nel 1955 venne creata una sezione italiana all’interno del dipartimento di inglese e nel 1961 alla creazione di un dipartimento indipendente di studi italiani, diretto da
Meneghello, col titolo di senior lecturer, e poi di professor, dal 1964 fino al 1980 quando si dimise per dedicarsi integralmente alla scrittura.
L’opera che inaugurò la sua carriera di scrittore è
Libera nos a malo (1963), una rappresentazione della vita e della civiltà del suo paese natale. Il libro, scritto con vivacità e arguzia, fonde l’italiano più raffinato e differenti varianti del dialetto.
Dopo
I piccoli maestri (1964),
Meneghello pubblicò
Pomo Pero (1974), raccolta di testi autobiografici ispirati ai leopardiani Paralipomeni della Batracomiomachia, per la coesistenza fra alto e basso. Seguirono poi
Fiori italiani (1976), sull'educazione di un giovane durante il regime fascista, e
Bau-sète (1988), penetrante rievocazione storica dei primi anni del dopoguerra.
Morì a Thiene il 26 giugno 2007, e fu sepolto a Malo, accanto alla moglie, nella tomba della famiglia.