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LA FAME DI VENERE
montaigne michel de
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TRAMA
Leggere Montaigne è come ritrovare un amico. Un amico saggio e stravagante, con una vasta esperienza del mondo e una curiosità intellettuale sempre viva. La distanza che sembra separarci da lui scompare quando ci lasciamo conquistare dall'atmosfera di intimità che si respira fin dalle prime pagine dei suoi Saggi. "La fame di Venere" raccoglie alcuni tra i testi che scrisse per ultimi, già in là con gli anni. Disinvolto e disincantato, Montaigne guarda alla propria vita senza amarezza né sentimentalismi, e come sempre il tema di partenza va presto in frantumi, lasciando il posto a un caleidoscopio di riflessioni e aneddoti. Spregiudicato e moderno, Montaigne scarta da un pensiero all'altro, arrivando a toccare gli aspetti più quotidiani della nostra vita, ed è proprio muovendo da uno di questi - l'appetito sessuale, la fame di Venere - che ci offre una delle più interessanti testimonianze sul modo in cui la sessualità e il rapporto tra uomo e donna erano intesi nel Cinquecento. Parla dell'amore, del sesso e del matrimonio, ma non solo: si occupa di comportamenti assimilabili alla ninfomania e al priapismo, fornisce un piccolo manuale su come gestire i rapporti con le prostitute - il prezzo, dove incontrarsi, come trattarle e così via -, enuclea gli elementi indispensabili per un corteggiamento di successo e ci offre una pungente analisi della gelosia, che considera la peggior malattia del nostro spirito.NOTE EDITORE
La Fame di Venere è il secondo di sette piccoli volumi in cui la Fazi ripubblicherà, con una nuova traduzione, la raccolta completa dei Saggi di Montaigne. In questo volumetto abbiamo raccolto alcuni saggi che il grande filosofo francese scrisse negli ultimi anni della sua vita e in cui si tratta dell'amore, non quello ideale ma quello erotico. È un argomento dal quale Montaigne può prendere le giuste distanze, se non altro perché il suo corpo non riuscirebbe ormai più, come dice lui, a rendere giustizia alle sue voglie. Nei versi dell'Eneide da cui prende le mosse, Montaigne critica Virgilio per averci presentato una Venere un po' troppo eccitata per essere la moglie di Vulcano. L'istituto del matrimonio non sembra tollerare gli amplessi estenuanti. Per altro verso, l'attrazione erotica è troppo potente per piegarsi ai vantaggi economici e sociali o ai calcoli razionali tipici del matrimonio. L'amore prevede solo la presenza di due persone che si fondono l'una nell'altra in una osmosi che è essenzialmente fisica. Il matrimonio implica sempre un terzo elemento che unisce gli sposi: l'interesse, la legge, il buon senso e addirittura una persona in grado di combinarlo. Così «applicare al matrimonio gli istinti e le follie della licenza amorosa mi sembra quasi un incesto». Montaigne identifica dunque l'amore con il sesso e lo caratterizza come un'alleanza tra immaginazione e corpo che torna a tutto vantaggio di quest'ultimo. Secondo Montaigne, l'amore erotico è una passione bassa, passeggera, volubile e contingente. Venere è una dea volubile, incostante e insaziabile. Non si fa problemi ad abbandonare un marito per assaggiare di nuovo l'intensità di un rapporto sessuale. La sua fame non può essere soddisfatta, «sopravvive anche quando si è sazi» e «sconfina di continuo». Come nel volume precedente, Coltiva l'imperfezione, anche in questo caso abbiamo invertito la collocazione delle citazioni in lingua latina. La traduzione dei passi citati, che nell'edizione originale dei Saggi compare in nota, viene qui riportata nel corpo del testo per permettere al lettore di seguire in maniera più agile il discorso di Montaigne.ALTRE INFORMAZIONI
- Condizione: Nuovo
- ISBN: 9788876257636
- Collana: LE TERRE
- Dimensioni: 137 x 16 x 202 mm
- Formato: Brossura
- Pagine Arabe: 151