• Genere: Libro
  • Lingua: Italiano
  • Editore: Adelphi
  • Pubblicazione: 09/2011

RITRATTI DI PITTORI

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TRAMA
Attratto per un'intera vita dal teatro, come dimostrano i suoi "Ritratti di scrittori", Walser nutrì una passione altrettanto incoercibile per le arti figurative, anche in virtù dell'influsso esercitato dal fratello Karl, artista di rara finezza. Ma i quadri davanti ai quali si sofferma in queste pagine sono spesso un pretesto: per parlare di sé e dei ricordi di gioventù, per costruire catene di associazioni - ispirate, magari, da una mostra di antichi maestri fiamminghi. Certi dipinti (la Venere di Tiziano, l'Icaro di Brueghel il Vecchio, Il figliol prodigo di Rembrandt) gli suggeriscono un dialogo scenico o un sonetto, un autoritratto, un nudo, un soggetto sacro suscitano improvvise illuminazioni che si condensano in poche righe fulminanti. Può anche capitare che un Fragonard riveli d'improvviso inaspettati legami con le "Confessioni" di Rousseau, o che le figure di un quadro prendano la parola e raccontino storie irresistibili. Ironia, poesia, grazia visionaria ci introducono in mondi paralleli, dischiusi all'occhio del poeta (e al nostro) da un semplice colore o da un dettaglio all'apparenza secondario. Con le sue ecfrasi divaganti, tra un affondo estetico e un impeto affabulatorio, un'apostrofe all'Olympia di Manet e un'interrogazione (mai retorica) sull'uomo e il suo destino, Walser sa tuttavia offrirci anche profonde riflessioni sull'essenza dell'arte, nel costante invito a guardare oltre l'immagine: giacché "orbi in certa misura lo siamo tutti, tutti, benché dotati di occhi".

NOTE LIBRAIO
Una piccola, incantevole storia dell'arte nell'inconfondibile prosa walseriana.<br />Attratto per un'intera vita dal teatro, come dimostrano i suoi Ritratti di scrittori, Walser nutrì una passione altrettanto incoercibile per le arti figurative, anche in virtù dell'influsso esercitato dal fratello Karl, artista di rara finezza. Ma i quadri davanti ai quali si sofferma in queste pagine sono spesso un pretesto: per parlare di sé e dei ricordi di gioventù, per costruire catene di associazioni- ispirate, magari, da una mostra di antichi maestri fiamminghi. Certi dipinti (la Venere di Tiziano, l'Icaro di Brueghel il Vecchio, il figliol prodigo di Rembrandt) gli suggeriscono un dialogo scenico o un sonetto, altri (un autoritratto, un nudo, un soggetto sacro) suscitano improvvise illuminazioni che si condensano in poche righe fulminanti. Può anche capitare che un Fragonard riveli d'improvviso inaspettati legami con le Confessioni di Rousseau, o che le figure di un quadro prendano la parola e raccontino storie irresistibili.<br />Ironia, poesia, grazia visionaria ci introducono in mondi paralleli, dischiusi all'occhio del poeta (e al nostro) da un semplice colore o da un dettaglio all'apparenza secondario. Con le sue ecfrasi divaganti, tra un affondo estetico e un impeto affabulatorio, un'apostrofe all' Olympia di Manet e un'interrogazione (mai retorica) sull'uomo e il suo destino, Walser sa tuttavia offrirei anche profonde riflessioni sull'essenza dell'arte, nel costante invito a guardare oltre l'immagine: giacché "orbi in certa misura lo siamo tutti, tutti, benché dotati di occhi per vedere" .

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788845926136
  • Collana: PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 152
  • Traduttore: Pinto D.