CLANDESTINA A DAMASCO

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TRAMA
Che cosa significa lavorare come giornalista in Siria, un Paese agitato dalle rivolte e che non rilascia accrediti-stampa? Come ci si inventa una nuova identità credibile? E poi un'altra, e un'altra ancora? Identità e ruoli che cambiano con il mutare degli eventi in un luogo in cui i pochi reporter lasciano il Paese spesso su suggerimento delle proprie ambasciate. Il racconto esclusivo di una giornalista che è rimasta in Siria per tre mesi (dai primi di marzo alla fine di maggio 2011) e ci è ritornata in luglio, sempre da "clandestina", scrivendo prima per il suo blog poi per il quotidiano on-line "Lettera43" e cercando di trasmettere con gli articoli del suo "Diario da Damasco", e poi attraverso i collegamenti con Radio 24 e con Uno Mattina, sensazioni, emozioni, timori, speranze, inquietudini, vissute dai siriani in un periodo storico che potrebbe modificare la realtà politica e sociale del Paese e di tutto il Medio Oriente. Nascosta sotto il niqab, con documenti falsi, aiutata da un gruppo di manifestanti anti-regime che organizza i suoi piani nei minimi dettagli, Antonella Appiano ha raccolto testimonianze e storie: l'ingegnere Ammar, il taxista Khaled, l'avvocato Siham, la commessa Fatima, l'architetto Hisham, l'artista Rami e ancora il profugo palestinese e la suora cristiana, il cuoco iracheno e l'estetista russa, l'imam sunnita e il soldato di leva in congedo. È stata tra le poche a intervistare gli attivisti e i ribelli ma anche quelli che la rivoluzione non la vogliono.

ALTRE INFORMAZIONI
  • Condizione: Nuovo
  • ISBN: 9788876156380
  • Collana: RX
  • Formato: Brossura
  • Pagine Arabe: 128


COMMENTI
08/12/2011 di anna-barbato Il libro mi è piaciuto molto. Come recensione vorrei usare parte di quella scritta su yallaItalia. "In quattro mesi di permanenza in Siria, l’autrice ha raccontato un momento critico del paese e le aspettative dei siriani mai in modo scontato e senza cadere nella retorica mediatica occidentale ossessionata dai cliché sulle donne arabe e promotrice di rappresentazioni parziali e di interesse. L’imprinting del libro è caratterizzato da un piacevole e scorrevole mix tra lo stile di un Woody Allen serio alle prese con la psiche dei siriani e la vena da reportage a 360 gradi che contraddistingue la penna del grande Ryszard Kapuściński." La condivido in pieno. Anna