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Libri di Giorgio Scerbanenco


Foto di Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco

Giorgio Scerbanenco (Kiev, 28 luglio 1911 – Milano, 27 ottobre 1969) è stato uno scrittore e giornalista italiano di origine ucraina. Scrittore molto prolifico, Scerbanenco scrisse opere di tutti i campi della narrativa di genere: western, fantascienza, letteratura rosa anche se è il giallo quello che lo ha reso noto presso il grande pubblico. Da alcuni è considerato infatti come uno degli scrittori italiani più importanti di questo genere. Le opere più note di Scerbanenco sono probabilmente la quadrilogia di romanzi con protagonista Duca Lamberti, medico radiato dall’ordine che diventa poi un investigatore privato, e la serie di romanzi con Arthur Jelling, della polizia di Boston. Nel 2021 per la Nave di Teseo sono usciti i romanzi Nessuno è colpevole, L’antro dei filosofi, La luna sulla pineta e la raccolta di racconti I sette peccati e le sette virtù capitali.




Biografia

Giorgio Scerbanenco nacque a Kiev da Valerian, professore di lingue classiche, e da Leda Giulivi. I genitori si conobbero in Italia dove il padre era giunto per ragioni di studio. 

Scerbanenco trascorse l’infanzia a Roma e a sedici anni si spostò con la madre a Milano. Qui svolse diversi lavori: spedizioniere, barelliere della Croce rossa, contabile. Studiò filosofia da autodidatta presso la biblioteca di Brera. 

Nel 1934 Scerbanenco pubblicò il racconto Pentimento sulla rivista Piccola, del gruppo Rizzoli, ed entrò nel mondo editoriale grazie all’interessamento di Cesare Zavattini. Fu dapprima correttore di bozze e redattore, poi autore di racconti e romanzi a puntate. Con lo pseudonimo Luciano rispose alla posta delle lettrici di Grazia, rivista di proprietà della Mondadori. Nel 1942 collaborò con l’edizione pomeridiana del Corriere della sera.

Negli anni Quaranta Scerbanenco esordì con il romanzo poliziesco Sei giorni di preavviso (1940), primo della serie con protagonista Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston, a cui seguirono La bambola cieca (1941), Nessuno è colpevole (1941), L’antro dei filosofi (1942), Il cane che parla (1942). Il sesto romanzo della serie, Lo scandalo dell’osservatorio astronomico, è stato pubblicato postumo nel 2011. La valle dei banditi, ancora inedito, è stato pubblicato nel 2020 dalla Nave di Teseo. 

Nonostante l’ambientazione l’impostazione della trama è lontana dagli stereotipi di genere americani. Il detective ha temperamento riflessivo, l’indagine si basa sul confronto minuzioso dei rapporti d’inchiesta. Questo è dovuto alla necessità di rispettare i canoni restrittivi del giallo fascista, ma anche alla volontà di reinterpretare le formule del poliziesco. 

Dopo l’8 settembre 1943 Scerbanenco si rifugiò in Svizzera, continuando l’attività di giornalista su piccole testate locali. Dopo il ritorno a Milano, si separò dalla prima moglie, Teresa ‘Liuba’ Bandini, corista alla Scala, sposata nel 1930, da cui aveva avuto quattro figli. Si sposò in seguito con Cinzia Monanni, da cui ebbe Cecilia e Germana. 

L’editore Angelo Rizzoli affidò a Scerbanenco la codirezione della rivista letteraria femminile Novella e il compito di creare una nuova rivista, Bella, sempre dedicata alla moda e all’attualità. 

Scerbanenco scrisse numerosi romanzi rosa che furono pubblicati in gran parte sulle riviste della Rizzoli, in un arco di tempo che va da Il terzo amore (1938) a La ragazza dell’addio (1956). Non trascurò altri segmenti della narrativa di genere, tra cui la spy-story, la fantascienza (Il paese senza cielo, 1939; Il cavallo venduto, 1963; L’anaconda, 1967), il western (Il grande incanto, 1948; Luna messicana, 1949), esercitandosi poi nella mescolanza di più generi in opere come Appuntamento a Trieste (1953) e Europa molto amore (1967). 

Nel 1965 si trasferì da Milano a Lignano Sabbiadoro nella quale ambientò i romanzi La sabbia non ricorda (1963) e Né sempre, né mai (1973). 

A partire dalla metà degli anni Sessanta Scerbanenco si dedicò al genere giallo e dette avvio al ciclo di Duca Lamberti, medico radiato dall’albo per eutanasia e consulente della polizia. Al primo romanzo della serie, Venere privata (1966), seguirono altri tre romanzi: Traditori di tutti (1966), I ragazzi del massacro (1968) e I milanesi ammazzano al sabato (1969). 

Scerbanenco riesce a calare gli stilemi del noir nella realtà milanese con una visione cinica e cupa delle cose maturata nei lunghi anni di attività giornalistica. Alle vicende raccontate fa da sfondo una malavita proveniente direttamente dalle pagine della cronaca nera, in un’Italia alle prese con le contraddizioni del boom economico. Lo stesso protagonista non muove da ragioni etiche, quanto dal desiderio di una vendetta personale nei confronti di chi trasgredisce le regole codificate dalla società. 

Dalle opere di Scerbanenco furono tratti numerosi adattamenti cinematografici, tra cui Il caso Venere (1970), I ragazzi del massacro (1969), La morte risale a ieri sera (1970), ai quali si aggiunsero i film tratti dalla raccolta di racconti Milano Calibro 9: Milano Calibro 9 (1972) e La mala ordina (1972). 

Nel 1968 Scerbanenco fu insignito a Parigi con il Grand Prix per la letteratura poliziesca e abbandonò la direzione delle riviste, pur non interrompendo le collaborazioni giornalistiche con La Stampa, Oggi, Bolero. Negli ultimi mesi del 1968 si manifestarono i sintomi di una grave malattia che lo porterà a morire il 27 ottobre 1969 a Milano.





Citazioni

La società è un gioco, vero? Le regole del gioco sono scritte nel codice penale, in quello civile e in un altro codice, piuttosto vago e non scritto, detto codice morale. Saranno codici molto discutibili, che devono essere continuamente migliorati, ma, o si sta alle loro regole, o non ci si sta. L'unico trasgressore alle regole del gioco che io posso rispettare è il bandito col trombone che si nasconde per le montagne: lui non sta alle regole del gioco, lui, anzi, dice chiaramente che non vuol giocare alla bella società e che le regole se le fa lui come vuole, col fucile. Ma i bari no, li odio e li disprezzo. Oggi ci sono i banditi con l'ufficio legale a latere, imbrogliano, rubano, ammazzano, ma hanno già studiato la linea di difesa con il loro avvocato nel caso fossero scoperti e processati e non vengono mai puniti abbastanza. Vogliono che gli altri stiano al gioco, alle regole, ma loro non ci vogliono stare.




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