Un gesto di rabbia cieca e improvvisa cambia per sempre la vita di Antoine, un dodicenne di Beauval, paesino della provincia francese. È un attimo, e il piccolo Rémi, figlio dei vicini di casa, è morto. Un cadavere di bambino si può nascondere, nel bosco di Saint Eustache, forse non sarà più ritrovato. Forse Antoine la passerà liscia. Forse. Non avesse perso l’orologio. Non fosse passato quel furgoncino. Forse.
Con i forse i sensi di colpa si trasformano in ossessione, la notte. Un ragazzino di dodici anni alle prese con la sua coscienza e una nozione di responsabilità che si nutre di orrore è qualcosa di terribilmente fragile e riempie di sgomento. La mancata confessione del peccato si trasforma in una prigione mentale, in una continua aspettativa di effetti collaterali possibili, una spirale di paura che accompagna Antoine per vent’anni, avvolgendolo nel buio della sua anima. Una trappola senza scampo. Rémi non tornerà a casa e Antoine è l’unico a saperlo. Forse.
Non basta una tempesta perfetta a cancellare tracce e interesse sulla vicenda, non basta il tempo che passa, la vita che porta l’amore, gli studi. Nulla basta a seppellire il ricordo di quell’istante, il pensiero riaffiora in un attimo che toglie il fiato e fa tremare. Un fatto così grande è una cicatrice che rimane ben visibile e dolorante, e per lenire quel dolore e quella paura si cambiano tutti i programmi, prima si sogna la fuga, poi si accolgono i ricatti della vita, si resta, si china la testa, si cerca di rendersi invisibili, in una sorta di compensazione dell’esistenza, nella quale si spera di espiare la propria colpa accettando la mediocrità e l’infelicità.
Sullo sfondo una comunità di provincia, dove tutti si conoscono: uno strazio condiviso, che lascia esterrefatti, e poi produce un malessere misto a sospetti, in cerca di un capro espiatorio, di un nome a cui attribuire la responsabilità e andare oltre. Per non vedere più quella foto di bambino appesa dovunque. Fino alla fine, a una conclusione imprevedibile e sorprendente che regala commozione e un messaggio di grande amore.
Tre giorni e una vita è un thriller psicologico cupo e tesissimo, che scandaglia con grande maestria le profondità dell’animo, alla ricerca di tutti i tentacoli della menzogna, e dell’angoscia. Grandissimo Lemaitre, sempre.
Recensione di Francesca Cingoli