Pubblicato nel 1910, poi rivisto e corretto nel 1919 e nel 1923, il saggio costituisce uno dei più illuminanti esempi di uso della nuova scienza psicanalitica in relazione a una ricerca biografica. Freud si lascia coinvolgere dal "caso Leonardo", trattandolo con un trasporto che difficilmente si ritroverà in altri suoi scritti: l'entusiasmo e la partecipazione con cui scrive rimangono uno degli aspetti più piacevoli e sorprendenti dell'opera. Punto di partenza è una nota lasciata sul Codice Atlantico dallo stesso artista che, raccontando una sua fantasia infantile, narra di come un nibbio, calato sul piccolo Leonardo in culla, gli avrebbe aperto la bocca con la coda, percuotendolo ripetutamente: questo ricordo dà vita a un'appassionante psico-biografia che, ricostruendo l'infanzia e la biografia di Leonardo sulla base delle informazioni disponibili, fa luce sui lati più controversi della personalità dell'artista: la sua instabilità creativa, l'incompiutezza di molti suoi capolavori, la gentilezza quasi femminea del suo carattere, la sua sessualità: all'età di 24 anni Leonardo fu processato e assolto per sodomia a seguito di una denuncia anonima. Un saggio, avvincente come un romanzo, che inaugura quel filone moderno di "letteratura del mistero" che da sempre accompagna la complessa figura di Leonardo da Vinci.