Tre storie. Tre incontri. Tre episodi in cui scivolano
personaggi che si incrociano, per sfasature temporali, in età
diverse, sullo sfondo della hall di un hotel. L’albeggiare che
annuncia, per tre volte, l’insistenza di un sentimento.
“Nell’ultimo romanzo che ho scritto, Mr Gwyn, si accenna, a
un certo punto, a un piccolo libro scritto da un angloindiano,
Akash Narayan, e intitolato Tre volte all’alba. Si tratta
naturalmente di un libro immaginario, ma nelle immaginarie
vicende là raccontate esso riveste un ruolo tutt’altro che
secondario.
Il fatto è che mentre scrivevo quelle pagine mi è venuta
voglia di scrivere anche quel piccolo libro, un po’ per dare
un lieve e lontano sequel a Mr Gwyn e un po’ per il piacere
puro di inseguire una certa idea che avevo in testa. Così,
finito Mr Gwyn, mi son messo a scrivere Tre volte all’alba,
cosa che ho fatto con grande diletto.
Adesso Tre volte all’alba è scritto e forse non è inutile
chiarire che può essere letto da chiunque, anche da coloro
che non hanno mai preso in mano Mr Gwyn, perché si tratta
di una storia autonoma e compiuta. Ciò non toglie tuttavia
che, nella sua prima parte, mantenga ciò che Mr Gwyn
prometteva, cioè uno sguardo in più sulla curiosa vicenda di
Jasper Gwyn e del suo singolare talento.”
Alessandro Baricco