Il taxi è una lanterna metropolitana che illumina confessioni tanto sincere quanto fugaci, favorite dalla cortina dell'anonimato. Oppure accende scontri fra due antiche signorie - del cliente e del tassista - che vogliono far da padrone l'una sull'altra, ma devono sottostare al regime della sovranità dimezzata. Questo libro è la risposta a un'epoca in cui gesti e parole vengono sacrificati sull'altare dell'efficienza, è il ritratto composito di un artigiano che va incontro ai propri clienti, senza attenderli sulla soglia della bottega. Attraverso una serie di episodi che mettono in scena condivisioni e malintesi tra passeggero e conducente, questo "racconto sociologico" fa capire che il taxi è un prezioso luogo di incontro e non deve essere cancellato da nuovi ma algidi servizi di trasporto pubblico che sacrificano l'artigianalità del mestiere di tassista sull'altare del guadagno. Prefazione di Giuliano Pisapia.