"[...] il poemetto [...] si rende doppiamente irriducibile da un lato auto-condannandosi al ri-cominciamento, e dall'altro lato instaurando la catena dei significanti lungo la quale imbastire il transito poetico. Una catena necessariamente discontinua, si potrebbe dire claudicante (per quanto fluida e armoniosa) e strozzata (per quanto espulsa in puri suoni allitterativi e paronomastici), riflessa e rifratta in deterritorializzazioni speculative di corpi, tempi e luoghi [...]" (dalla nota introduttiva)