Spacca l’infinito sono i consigli di
Piero Pelù a chi sta cercando la propria strada.
E’ difficile dare collocazione a
Spacca l’infinito. È un romanzo, ma è anche un memoir che quindi guarda al passato da un punto di vista privilegiato e insieme è un diario che guarda al futuro grazie ai consigli che può dare a chi sta per intraprendere una strada fatta di passioni e di sogni.
Spacca l’infinito è un ibrido, è materia poliedrica come quella che compone il suo autore:
Piero Pelù è cantante, anarchico, sognatore, artista ma con questo libro veste il ruolo di viaggiatore.
In questo viaggio tra le pagine di
Spacca l’infinito si attraversano citazioni, destinazioni, ci si pone domande esistenziali e si osservano prospettive rassicuranti.
Il sottotitolo di questo caleidoscopio di storie è
Consigli per autostoppisti dell’anima perché in fondo questo è il cuore: trovare storie, emozioni e indicazioni così che i giovani che cercano la loro strada abbiano la sicurezza che nella passione (e nella musica) risiede la forza.
Ma è dedicato anche a tutti quelli che non hanno smesso di sentirsi giovani
In
Spacca l’infinito, oltre alle molteplici storie e riferimenti che si attraversano tra le pagine, troviamo alcune citazioni già a partire dal sottotitolo che ricorda la Guida galattica per autostoppisti di Adams.
Ma più in profondità
Spacca l’infinito si inserisce in quel filone di romanzi di formazione che si nutrono della musica e che contano esempi come
Beautiful Music di Michael Zadoorian,
Musica Rock da VittulaMichael Niemi,
Norwegian Wood Tokyo Blues di Murakami o gli italiani
Ricordati di Bach e
Novecento.
Recensione di Stefania C.