Poche righe per un annuncio terribile: ucciderò. Nessuna firma, nessun'altra indicazione. La lettera anonima è indirizzata a La posta del cuore, il blog creato dalla Marzia, e recapitata alla sua pensione Aurora di Lungariva. Non si tratta del delirio di un mitomane, come sperava il vicequestore aggiunto Luigi Berté, perché alcune ore dopo il messaggio, arriva la prima vittima. E, nei giorni a venire, preceduti da enigmatiche e provocatorie missive, seguiranno altri omicidi, eseguiti in modo impeccabile: un colpo di fucile di precisione dritto in testa. Le vittime in apparenza non hanno legami tra loro, e lasciano tre vedovi disperati, ma reticenti sul loro passato. Insospettito da questa omertà e traendo ispirazione da un classico del noir, Berté approda a una ricostruzione originale, quasi romanzesca della vicenda, lottando contro lo scetticismo della sua squadra. Ma accanto a questa ipotesi affiora un'altra possibile soluzione, folle e urticante, come chi l'ha ideata... In tutto ciò, qual è il coinvolgimento della Marzia? Perché l'assassino ha scritto proprio a lei? si domanda Berté, esacerbato dal fatto che il loro rapporto sembra incrinarsi per la tensione a cui sono sottoposti. Unica certezza: la sfida è lanciata e Berté non può né intende ignorarla, anche a costo di mettere in discussione la sua fiducia nella Giustizia.