Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
La canzone di De Andrè si associa benissimo a Sarò breve, il nuovo romanzo di Francesco Muzzopappa.
L'autore noto per il suo piglio ironico affronta con Sarò breve il momento dell'umana dipartita.
In Sarò breve Francesco Muzzopappa tinge la sua proverbiale ironia di toni un po' black, un po' dissacranti e come sempre brillanti.
Protagonista di questo nuovo romanzo è Ennio Rovere, imprenditore di successo nell'ambito dei mobili, che con la crisi ha saputo reinventarsi convertendo il mobilificio in impresa che realizza quegli oggetti in legno utilissimi nel momento dell'ultimo viaggio.
Ennio Rovere scopre di essere in punto di morte e nel redigere il suo testamento ripercorre la sua vita, muovendosi tra lavoro e famiglia, tra fortune e sfortune, premiando e togliendosi qualche sassolino dalle scarpe.
Il suo cospicuo patrimonio infatti andrà suddiviso, ma non tutti sono meritevoli.
E il suo testamento rimette tutti in riga.
Cosa andrà alla prima moglie? E alla donna di servizio? Al figlio?
Davanti ai suoi occhi, tra le righe del testamento che compone le pagine di Sarò breve, scorrono tutte le persone che hanno attraversato la vita di Ennio Rovere che è deciso a non trattenere più niente: certamente non ha nulla da perdere.
Recensione di Stefania C.
