Il libro è una riflessione sullo stato di rovina in cui è stato lasciato per decenni
il monastero benedettino di Sant’Orsola, situato nello storico quartiere di San
Lorenzo, a Firenze. L’autrice fotografa l’ex convento dal 2014, mossa da
un’urgenza interiore che deriva dal fascino esercitato su di lei da un luogo
che, un tempo era spazio di meditazione e che tuttora, pur deturpato e ferito,
continua a mantenere viva questa sua aura. Il suo abbandono è stato anche
occasione di ripercorrerne la storia, di ridare vita, attraverso le fonti storiche, i
ricordi e le testimonianze, al vissuto di un luogo, di riproporne la centralità.
Nel libro, l’interpretazione fotografica dell’autrice si intreccia con le immagini
del passato, con la ricostruzione storica dell’antico monastero trasformato, nei
primi anni dell’Ottocento, in una delle sedi della Manifattura Tabacchi. La
documentazione fotografica, passata e presente, dialoga con le testimonianze
delle persone che vi hanno vissuto negli anni ‘50/70 del Novecento, quando
Sant’Orsola divenne Centro di accoglienza degli esuli istriani, fiumani, dalmati
e poi Centro sfrattati ma lascia spazio anche agli interventi del comitato
Santorsolaproject circa l’abbandono e degrado del complesso e la sua futura
destinazione d’uso, alle riflessioni di poeti, scrittori, architetti e urbanisti sul
tema della città e dell’abitare.