L'intento dell'opera è giustificare le adozioni tra conspecifici e non conspecifici, attraverso la dimostrazione dell'esistenza di un meccanismo automatico visivo (Baby schema), che attiverebbe aree cerebrali ancestrali legate alla sopravvivenza e che agirebbe su ogni individuo nei confronti dei cuccioli o dei piccoli anche non imparentati. Un meccanismo, ancora più potente di ogni altro istinto di sopravvivenza, presente in tutti gli adulti e che si attiva perché riconosce fattezze specifiche del volto, le cui proporzioni sono state fissate dall'evoluzione e si riproducono in ogni specie, soprattutto nei mammiferi con un sistema sociale sviluppato. La sperimentazione scientifica riportata nell'opera ha dimostrato che i parametri faciali definiti dal Baby schema, sono riscontrabili negli animali non umani studiati così come nel sapiens, facendo presupporre che essi siano una funzione fondamentale della cognizione sociale umana, che può essere la base della cura e delle forme di altruismo puro altrimenti non spiegabili come i comportamenti adottivi intraspecifici, così come fondamento biologico di forme patologiche del comportamento quali i maltrattamenti sui bambini, o gli inermi, la pedofilia, l'abbandono materno e l'infanticidio.
