Nella sua riscrittura della tragedia di Sofocle, Kae Tempest presenta un'isola remota, ma abitata da un coro di donne, come contraltare, paradisiaco e infernale insieme, del mondo contemporaneo: l'abbandono e la rabbia, la migrazione e la menzogna, la memoria e la rassegnazione, il machismo, l'amicizia e - soprattutto - la guerra. Testo crudo, dalla prosa incalzante e giovane, Paradiso è sospeso tra presente e mito classico con la medesima tensione di foga e passione ("we are still mythical") che il pubblico mondiale ha amato nei versi degli Antichi nuovi di zecca. Un testo eterogeneo, proprio come l'attività artistica di Tempest: in Paradiso l'archetipo sofocleo assume a tratti uno spiazzante andamento rap.