In questo volume, la narrazione delle vicende della vita di Salvatore Pugliatti, già di per sé singolari, si intreccia con il suo multiforme profilo di giurista, di musicologo, di letterato, di critico d'arte, di studioso delle antiche civiltà del mediterraneo e di numismatica siculo-greca, nonché di instancabile operatore culturale per la sua città, Messina, che non volle mai lasciare. Viene ricordata la scuola giuridica messinese, da lui fondata, e si disegnano i suoi rapporti con gli amici del Tecnico (tra i quali Giorgio La Pira, il futuro editore di testi giuridici Antonino Giuffrè, Salvatore Quasimodo, dallo stesso Pugliatti incoraggiato e avviato nella sua prima fase di poeta, ed altri), con la cosiddetta «brigata di Vento a Tindari».