Figlia di una guardarobiera e di padre ignoto, Suzanne Valadon (1865-1938) era povera e bellissima. Sprigionava un fascino autentico, misto di giovinezza e sensualità popolana che non poteva lasciare insensibili. Contesa dai maggiori artisti – Toulouse-Lautrec, Renoir, Degas, Zandomeneghi, De Nittis, Satie – , cominciò a disegnare. A diciotto anni si ritrovò ragazza-madre d'un bimbo, che prese poi il nome di Maurice Utrillo. Nel 1896 sposò un facoltoso agente di cambio e per anni condusse un'esistenza borghese, dipingendo ritratti intimisti e nature morte. Nel 1909, a 45 anni, incontrò un amico del figlio, il ventitreenne pittore André Utter: scoppiò un amore struggente che la portò al divorzio. Nel corso della sua vita Suzanne partecipò a numerosi saloni e organizzò esposizioni personali, ma soprattutto riuscì a trasporre nei propri dipinti la fierezza del proprio carattere: è così che nacque e si definì il linguaggio artistico, che fin dagli esordi risultò vigoroso e lontano dalle mezze misure. «La figlia della tempesta», come lei stessa amava definirsi, morì dipingendo all'età di settantatré anni.
