«Questo è il racconto di una persona che vive una condizione di disabilità - l'acondroplasia, ovvero la forma più diffusa di nanismo - il cui principale limite è lo stigma sociale. Voglio mostrare non solo gli effetti che questa patologia ha sulle persone nane, ma vorrei anche proporre una diversa visione del mondo e della vita: uno sguardo dal basso verso l'alto sulla realtà, perché ogni individuo è la sintesi di sensazioni, sensibilità ed esperienze sperimentate nel proprio vissuto, a prescindere dalle dinamiche circostanti, che lo portano a creare la propria personalità e, quindi, a definire il proprio posto nella società.» Inizia così il libro di Marco Sessa, che affronta la propria condizione in un costante bilanciamento di sguardo interiore ed esteriore, da un punto di vista psicologico e sociologico, mettendone in rilievo tutti i risvolti quotidiani legati alla convivenza con gli altri, che le persone affette da nanismo si trovano a fronteggiare. In famiglia, a scuola, con gli amici, sul lavoro, nello sport.