Nata dalla passione collezionistica di un sacerdote pavese, la raccolta di arte sacra di don Giuseppe Strozzi pervenne ai Musei civici di Pavia per legato testamentario nel 2010. All'ingresso nel patrimonio museale si presentava composta da poco più di una cinquantina di dipinti di soggetto religioso, taluni anche di notevole dimensione, per la maggior parte inediti, non studiati e provenienti dal mercato antiquario, pertanto senza alcuna indicazione dei possibili contesti originari.
La guida alla collezione presenta, quindi, gli esiti di un complesso lavoro di ricerca, che ha permesso di contestualizzare le opere, riconoscendone l'iconografia e assegnandole a un determinato ambito geografico, in alcuni casi fortunati, proponendone anche l'attribuzione a un maestro. Per la maggior parte scalati tra la metà del XVI secolo e la fine del XVIII, i dipinti comprendono, tra gli altri, una tavola fiamminga vicina ai modi di Frans Floris, due tele di esponenti della scuola di Guido Reni (Simone Cantarini Gian Giacomo Sementi), una di Giacomo Cavedone e una della bottega di Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto. Non mancano alcune prove dei più importanti maestri dell'Ottocento pavese, come Carlo Sara e Antonio Oberto.
