Il progetto "Moto bolognesi" con il quale il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna ha studiato la storia della produzione motociclista felsinea degli anni 1920-'50, si arricchisce di un nuovo capitolo, dedicato alla C.M, marca attiva dal 1929 al 1959. Enrico Ruini ed Antonio Campigotto ne ricostruiscono le vicende produttive con tutti i modelli realizzati, delineano le figure dei protagonisti, a partire dal fondatore, Mario Cavedagna e dal suo capo-tecnico, Renato Sceti, entrambi con trascorsi alla G.D, e dei collaboratori tecnici come le Ditte Drusiani e Laurenti. In un albo d'oro sono enumerati i successi sportivi conseguiti partecipando con assiduità ad importanti competizioni come la Milano-Taranto, il Motogiro, la 12 ore di Imola, la 6 Giorni internazionale di Regolarità, i Campionati Juniores e della Montagna, con piloti di fama o meno conosciuti. Con una direzione tecnica di grande competenza, pur con risorse limitate, in un'officina con pochi operai, la C.M conquistò un suo spazio tra le marche bolognesi ed apprezzamenti anche in ambito nazionale. Seppe infatti adeguarsi alle richieste del mercato con macchine eccellenti per il turismo, lo sport, e l'impiego commerciale. Propose modelli di tutte le cilindrate con ogni possibile variante, ma sempre con adeguati criteri costruttivi e finiture curate ed eleganti.