Negli anni della contestazione, quando gli eventi cominciano a rendere effervescente la scena politica italiana, Cesare Colombo inizia a documentare con curiosità e partecipazione le lotte e le proteste degli operai e degli studenti.
Contemporaneamente i suoi interessi non si rivolgono solo alla strada, alla scuola e alle manifestazioni: Colombo continua a fotografare con evidente empatia il lavoro nelle fabbriche, gli aspetti della vita in città, i concerti, i movimenti artistici, le periferie.
Il suo ampio lavoro sociale diventa indirettamente il substrato culturale al quale fa riferimento la generazione più giovane, per la quale Colombo mette a disposizione, senza ostentazioni, una magistrale lezione di professionalità, un formidabile insegnamento di visione.
“…ma si udivano già da lontano gli echi di una stagione civile che mi avrebbe rapidamente coinvolto. Troppo piccolo per la Resistenza, ma naturalmente troppo vecchio, a trentatré anni, per il Sessantotto studentesco, ho cercato di testimoniare senza fanatismi uno scarto di generazioni prima che di ideologie.” (Cesare Colombo)