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“Ma ad attirare Luzzatto verso la relazione pericolosa non sono unicamente le varie, sconcertanti incarnazioni di un fenomenale Zelig del nostro tempo. Ad attirarlo è anche l'ombra dispettosa che qualunque storia del presente finisce per gettare sulla storia del passato, è la vertigine che lo storico prova quando si misura con il lato oscuro del suo mestiere.” Il Libraio
Max Fox o le relazioni pericolose è un libro che non lascia indifferenti. Lo spunto è dato dal clamoroso furto di libri avvenuto nel 2011 presso la veneranda Biblioteca dei Gerolamini di Napoli. Autore del furto? Lo stesso direttore, Massimo De Caro.
Come Emmanuel Carrère ne L’avversario, lo storico Sergio Luzzatto, prende la figura di un reprobo, lo intervista a lungo e ne ricostruisce le tappe della sua vita fuori dal comune, fra avventure e rocamboleschi furti. De Caro infatti è stato contemporaneamente morboso bibliofilo, allievo modello della scuola carabinieri, abilissimo e beffardo falsario, saccheggiatore seriale di biblioteche, figlio di un’integerrima famiglia comunista con alto senso del dovere civile, consigliere d’affari di oligarchi russi, Commissario speciale del Ministero dei Beni culturali.
Il risultato è il ritratto appassionante di un’epoca e di un uomo, il mostro dei Girolamini Massimo De Caro, di professione truffatore, falsario e sommo saccheggiatore e distruttore di beni culturali. Uno Zelig, un Robin Books, come lo stesso De Caro si è autodefinito, “del tempo merdoso dell’Italia” contemporanea la cui patologica attrazione per i libri antichi lo porta a distruggere in un vortice di nichilistica psicosi tante cose, compreso se stesso. Una riflessione su delitto, castigo e possibile riscatto di un bibliofilo che decise di vivere pericolosamente e volare troppo vicino al sole.
Sergio Luzzatto con Max Fox o le relazioni pericolose si cimenta con l’inchiesta/romanzo in un’opera che non ha mancato di suscitare grandi discussioni. Quali rischi ci sono nel ricorrere alla scivolosa testimonianza diretta di una figura così manipolatrice, verso la quale lo stesso autore non nasconde di provare un’inquietante simpatia? Come fare, si chiede Luzzatto, a non rendere il castigo del colpevole feroce e vanamente crudele, addirittura più della colpa stessa?
Un libro perfetto per chi ama le storie narrate con realismo e rigore documentario, storie che stordiscono con il turbinio di particolari e rocambolesche peripezie che evocano.
Sergio Luzzatto insegna Storia moderna all'Università di Torino. Studioso della Rivoluzione francese, ha scritto inoltre di storia italiana fra Otto e Novecento. Il suo saggio Bonbon Robespierre (Einaudi 2009) ha vinto la tredicesima edizione del Premio letterario città di Bari nella sezione saggistica.
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