MARTIN EDEN

Il romanzo racconta il difficile percorso intrapreso da un umile marinaio, che lotta disperatamente contro tutto e tutti per diventare uno scrittore: in questo viene ispirato e sostenuto dal suo amore per Ruth, una ricca giovane di San Francisco, simbolo della società colta ed elegante. La vita di Martin si articola in una serie di vicende che pian piano lo porteranno alla piena consapevolezza di sé, attraverso incontri sbagliati, solitudine e amori travagliati. Martin Eden viene spesso letto come una biografia romanzata dello stesso autore che riflette nel protagonista elementi della sua vita, come le umili origini, il successo letterario, l'ascesa sociale e l'infelice amore per una donna benestante; in queste pagine tuttavia si ritrova la confessione disillusa e sincera del suo senso di fallimento.

La cultura può rappresentare un antidoto per la povertà? Può un uomo fare affidamento solamente sulle sue pur straordinarie doti intellettuali per farsi strada in un mondo dominato dalla spietata lotta per la vita in cui il più forte sopravvive e il più debole è destinato a soccombere?

Questi i due interrogativi che si pone Jack London in Martin Eden, romanzo di formazione parzialmente autobiografico che fu pubblicato nel 1909 ottenendo un immediato successo di pubblico.

Martin Eden è la storia di un giovane e illetterato marinaio che per essere degno dell’amore di una ragazza della buona borghesia di San Francisco di cui si è perdutamente innamorato decide di acquisire, da autodidatta, quell’educazione e formazione culturale di cui è inizialmente privo. In questo sforzo titanico ed eroico Martin scopre di essere dotato da una prodigiosa forza intellettuale e rettitudine morale ben superiori a quelle delle classi dominanti che voleva imitare.

Affrontando con coraggio un mare di difficoltà, Martin sembra vincere tutte le resistenze e gli ostacoli che trova davanti al suo percorso e diventa infine uno scrittore di successo. Il trionfo finale però lo lascia indifferente e lo allontana anzi dal mondo della buona società a cui sente in definitiva di non poter appartenere: “Non era della loro tribù, non poteva parlare il loro gergo, non poteva far finta di essere come loro. La maschera sarebbe stata scoperta e, per altro, le mascherate erano estranee alla sua natura. In lui non c'era posto per finzioni e artifici. Doveva essere se stesso, qualsiasi cosa accadesse.” Martin, tradendo la sua classe sociale d’origine, è incapace di integrarsi nella nuova e finisce in un vicolo cieco da cui non può uscire.

Martin Eden è uno dei romanzi più polemici e politici di Jack London, autore che negli anni immediatamente precedenti si era affermato con romanzi del calibro de Il richiamo della foresta, Zanna bianca e innumerevoli racconti d’avventura. La vicenda narrata offre a London l’occasione di fare i conti con l’ambiente letterario ed editoriale americano contraddistinto da ignoranza e da asfittico conformismo. Altri bersagli polemici del romanzo sono la pelosa ipocrisia dell’alta borghesia, i ritmi di lavoro schiavistici in fabbrica, l’ideologia e la filosofia  ferocemente individualista dominanti a cui anche Martin Eden aderisce e che in definitiva lo porterà alla rovina. Unica via di salvezza, sembra suggerire London, potrebbe essere l’adesione ai valori umanitari e al senso di comunità incarnati dal socialismo.

Del romanzo, un classico della letteratura nordamericana, è stata realizzata una versione cinematografica presentata alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 2019.

Recensione di Samuel P.