Nel maggio 1968 mentre Parigi si prepara ad ospitare le trattative tra americani e nordvietnamiti, sancendo un ruolo importante di capitale mondiale della pace, un gruppo di studenti occupa l’Università di Nanterre.
A capo il giovanissimo Daniel Cohn Bendit, Dany il Rosso, per i capelli e per il credo politico. Dany è “un oratore indiavolato, un provocatore strafottente, ma mai violento”. Gli animi sono desti e pronti, c’è un mondo da cambiare. “La forza del nostro movimento consiste nel fatto che si appoggia a una spontaneità incontrollabile, che dà lo slancio senza cercare di utilizzare a suo profitto l’azione che ha scatenato”.
La rivolta si fa festa quotidiana, che invade le strade, arriva alla Sorbona, all’Odeon , ai giornali e alle radio. È un’adesione trasversale che non conosce classi sociali, e unisce le persone con la forza dell’immaginazione. Paolo Flores d’Arcais definirà così il trascinante maggio parigino “il maggio è stato l’abrogazione di ogni possibile solitudine, anche solo del suo spettro”.
È un contagio che arriva alle fabbriche e ferma il paese: nella capitale della pace si ergono barricate, si lanciano lacrimogeni, si sventolano vessilli, si urlano slogan:
Io decreto lo stato di felicità permanente
La vita è altrove
Vietato vietare
Il movimento studentesco e il movimento operaio si unirono in quel maggio 1968 che segnò la storia dal punto vista sociale, culturale e ideologico. Il saggio – romanzo di Roberto Gobbi ci restituisce l’eco di quei giorni infervorati dando forma a tanti personaggi. Dal presidente De Gaulle, al prefetto illuminato Grimaud, che si impegnò per ascoltare e per gestire la rivolta in modo pacifico, al sindacalista Seguy, ai poliziotti, agli studenti, ai pensatori. E poi ci sono persone probabili, ragazzi e ragazze normali che Roberto Gobbi fa vivere tra le barricate, fa sposare, impugnare bandiere, raccontando le storie dietro le immagini divenute iconiche.
È un contributo importante, quello di Gobbi, alla comprensione di accadimenti che hanno anticipato e per molti aspetti facilitato lo sviluppo dei movimenti di mobilitazione collettiva degli anni settanta. Di quelle giornate parigine restano alcune immagini, memorabilia impolverate nelle stanze universitarie dei ricordi, frammenti di storia archiviate come reperti. Roberto Gobbi ha fatto un lavoro prezioso di restituzione dei fatti giorno per giorno, strada per strada.
Maggio 68 è un libro intenso, utile per rileggere un momento storico che ha cambiato gli equilibri, in cui gli animi si sono uniti in un sogno comune di cambiamento.
"Tutti hanno compreso la portata dei recenti avvenimenti universitari e sociali. Sono segni che dimostrano la necessità di un cambiamento della nostra società"
(Charles de Gaulle)
Recensione di Francesca Cingoli