È questo il primo dei quattro volumi che Henri Lefebvre dedica allo studio critico del concetto di Stato. Che cosa è lo Stato e che cosa è lo statale? Come definirlo: come coscienza, come persona giuridica, come sostanza, come realtà, come risultante di una struttura sociale, somma di funzioni, esercizio del potere? Come figlio della nazione o coscienza della nazionalità? Per trovare una risposta a questa serie appassionante e attuale di interrogativi, e per condurre il lettore a riflettere sulla strana assenza di definizione dello Stato moderno, malgrado l'uso di tale termine (fino ai limiti del feticismo) nel linguaggio dei politici, degli economisti, dei sociologi, ecc., Henri Lefebvre procede per punti di vista differenti: sulla genesi dello Stato moderno, somma di istituzioni storicamente già esistenti; sull'estensione planetaria dello Stato; sul sistema mondiale degli Stati; sui rapporti, interni a ogni Stato, tra il corpo politico e il corpo sociale, le rappresentazioni dello Stato e la funzione politica dei «fantasmi»; sullo stato della crescita e sulla crescita dello Stato, l'utopia della crescita illimitata; sullo Stato e sulla ragion di Stato; sullo Stato e sul sapere. In questo modo, viene a delinearsi una assai interessante e lucida teoria dello Stato moderno.
