Una sola estate: luminosa, scandalosa, indimenticabile. È la stagione del 1920 che Colette trascorre a Saint-Malo, in Bretagna, assieme a un gruppo di amici intellettuali, pigramente intenti a pranzi, cene, escursioni, giochi di carte. Le conversazioni argute e colte vertono spesso su argomenti piccanti, com'è inevitabile dato che l'anima della compagnia è lei, la più libera, spregiudicata, trasgressiva delle scrittrici. Madre, matrigna, amante, mentre cerca di ricondurre alla disciplina la figlia ribelle, Bel-Gazou, Colette guida nel nuoto e nell'amore il figliastro sedicenne, Bertrand, travolgendolo in un sentimento insieme torbido e adolescenziale. Ma è nelle lunghe nuotate solitarie che ritrova davvero se stessa: la ragazza che si immergeva nel mare assieme al padre, la donna che fende le onde e le convenzioni. L'acqua che scorre sulla pelle è liquida e provvisoria come ogni cosa, come l'amore: «Di cosa si può essere più sicuri che di ciò che si tiene tra le braccia? Abbiamo così poche occasioni di possedere qualcosa». Limpido e sensuale, il libro di Valentina Fortichiari è un romanzo mimetico, capace di raccontare una donna e un'artista intonandosi alla sua stessa voce, regalandoci la vertigine di un'immersione totale: in quei giorni, in quella passione.