Il volume raccoglie organicamente oltre 450 lettere di Giorgio de Chirico scritte nel ventennio - cruciale per l'arte contemporanea - che va dal 1909 al 1929. Le missive sono indirizzate ad artisti, scrittori e intellettuali come Apollinaire, Soffici, Papini, Carrà, Breton, Eluard e molti altri, ma anche a mercanti come Paul Guillaume e Léonce Rosenberg; a esse si affiancano lettere private ad Antonia (la fidanzata ferrarese), Raissa e Cornelia. Al di là del loro valore di documento - e spesso del loro valore letterario, perché de Chirico, nonostante il suo italiano all'epoca malcerto e intessuto di francesismi, ha un linguaggio asciutto, solido, architettonico nel periodare -, è come compiere un viaggio nella pittura del Novecento. È una sorta di "biografia" epistolare che può contribuire a far conoscere meglio, attraverso le sue stesse parole, la figura di un artista che è forse il più studiato tra i pittori italiani del Novecento, ma resta, come la sua opera, il più enigmatico.