Una scommessa: scrivere di calcio su "il manifesto", tutte le domeniche. Passare, insomma da Marx a Del Piero, da Bertinotti a Ronaldo. Così un cronista di pallone, nato in Brasile, cominciò a raccontare il calcio dei campioni, il calcio dei giocatori a metà, il calcio dei brocchi, dei sognatori. Di chi, come l'autore, rimase ben presto folgorato da un dribbling ben riuscito e dai suoi primi idoli. Ma a giocare una partita davvero speciale sono Arpino e Tabucchi, Amado e Soriano, una mamma tifosa, vecchi compagni di liceo, improbabili allenatori, un'infanzia divisa tra il furore politico e il furore calcistico.