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pellecchia rosario - le balene mangiano da sole

LE BALENE MANGIANO DA SOLE




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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Feltrinelli

Pubblicazione: 03/2021





Trama

Bicicletta, musica nelle cuffie e via, verso la prossima consegna. Napoletano ventitreenne trapiantato a Milano, Gennaro Di Nola detto Genny, di professione rider, si diverte a indovinare il tipo di persona che gli aprirà la porta in base al cibo che ha ordinato. Quei pochi secondi in cui sbircia nella vita degli altri, fermo sul loro zerbino, sono per lui una tentazione irresistibile, ed è difficile che sbagli a tracciare un profilo. Una sera però, contro ogni pronostico, incontra Luca: dodici anni, capelli a spazzola con un po' di crestina, maglia del Napoli e un secchio grande di pollo fritto di Crispy World da mangiare da solo. La madre è uscita, il padre non c'è mai stato: è in un posto lontano a dar da mangiare alle balene, o almeno così gli è stato detto. Un'assenza che si riflette nei suoi occhi nerissimi e profondi, in cui Genny intuisce un dolore che li accomuna. Bastano poche battute perché il ragazzino riesca a convincerlo a entrare in casa per guardare insieme la Champions League in tv. Di partita in partita, nasce così un'amicizia tenera e un po' surreale, nonostante la diffidenza iniziale della madre di Luca, restia a fidarsi di uno sconosciuto. Finché Luca annuncia di voler andare a Napoli con Genny. Sarà una grande avventura e, al tempo stesso, un salto nel passato. Per poter finalmente andare incontro al futuro.




Recensione Libraio

"E perché vuole fare il rider?"
"Mi piace molto andare in bici. Lo faccio già, è il mio unico mezzo di trasporto in città. E poi... le persone. Le loro facce, le loro voci. Le loro storie."


Genny è un giovane ventitreenne, napoletano a Milano e, oltre a studiare al Politecnico, fa il rider: ma Le balene mangiano da sole non è un libro sui rider, non è un’analisi sociologica della categoria, e lo spunto del delivery è un felice pretesto per raccontare una storia di solitudini e fiducia, di cicatrici e di incontri.
Genny ha iniziato a fare il rider per scelta, per percorrere Milano in bici, per incontrare persone, per entrare nelle vite degli altri. Ogni ordine è una storia, da indovinare, in base ai gusti dei clienti, e Genny, che è un po’ un profiler un po’ un detective dell’anima, ci azzecca spesso. Un gelato al pistacchio, un hamburger gourmet, una cena di sushi lo portano davanti a porte sempre diverse, dietro le quali si celane persone, case e vite.

E in una Milano che esaspera le solitudini, quelle porte, serrate a tripla mandata a protezione di case fortezze, si aprono proprio a un estraneo qualunque con la sua consegna: e si aprono su spazi di amicizie giovani, su ambienti sofisticati e eleganti, ma anche su solitudini struggenti, dove il sapore di una pizza è compagnia e ricordo, una carezza di chi non c’è più, tanto basta a riempire una sera davanti al quiz.
Genny, che ha il cuore sensibile e ferito da un dolore straziante, ha l’occhio attento alle tante umanità sbirciate dal pianerottolo, e sa dare valore ai quei cinque secondi di contatto, che sono odore di case, incontri di occhi e espressioni da cogliere. Tutto senza rallentare il meccanico processo di consegna. Ecco la sua cena.

Poi una sera arriva l’ordine di Crispy World, e Genny si trova davanti Luca, dodici anni, occhi furbi, capelli a crestina e maglietta di Cavani. C’è la Champions alla tv, Genk-Napoli, e Luca è a casa da solo. È un istante, Luca invita Genny a guardare la partita con lui, lo inchioda sulla soglia.
Il dolore ha una sua grazia pudica, ma anche una firma indelebile che permette di riconoscersi nelle ferite altrui. E su un divano, con il pollo fritto e il Napoli alla tv, Genny e Luca si scoprono simili. La loro è una storia di un’amicizia strampalata, in grado di colmare i vuoti con un lessico senza età, che parla di accettazione, di integrazione e di fiducia, con una malinconia leggera ma brillante che rende Le balene mangiano da sole una commedia emozionante.

“Il dolore funziona come il bluetooth: impiega un secondo a connettere due persone, e così a Genny sembra di essere già legato a quel ragazzino, perché in fondo a quegli occhi neri scorge una cicatrice, qualcosa che lo spinge a chiedere al primo spiantato che gli piomba in casa per consegnargli la cena di rimanere, di fargli compagnia e di ascoltarlo.”

Rosario Pellecchia
parla del nostro oggi con i linguaggi universali del cibo, della musica, del calcio: sono quelle tracce comuni che riescono ad abbattere le frontiere dell’età, della cultura, della geografia, e avvicinano, permettono di scoprirci fratelli, di riconoscerci umani. Sono fili tesi tra le persone per unirle, saziando la fame di storie e di amore, stabilendo le regole di una comunicazione nuova, che fa arrivare calore: sono la funivia rudimentale che da una casa all’altra porta il casatiello della nonna, e per Genny bambino aveva il profumo della famiglia, il gusto della sua Napoli.

Si può vivere soli, ma si può guarire insieme, trovando un vocabolario comune, che non ha bisogno di parole. Le balene mangiano da sole è una storia di luce, che è scritta con la leggerezza di chi sa raccontare, senza retorica e senza paraculaggine, la grandezza del nostro piccolo mondo, dove si può sopportare l’assenza, si può curare il dolore, e si può anche battere Leo Messi.

“Quando monta sulla bici e comincia a pedalare, pensa a tutte le piccole cose, ai gesti minimi, ai pensieri delicati che tengono insieme il mondo. che gli permettono di non collassare, di non accartocciarsi su se stesso. A tutte le signore Maria che se ne stanno da sole a mangiare la pizza, mentre scelgono tra le risposte A, B e C.”

Recensione di Francesca C.



Note Editore

Bicicletta, cuffie con la musica e via, verso la prossima consegna. Napoletano ventitreenne trapiantato a Milano, Gennaro Di Nola, detto Genny, di professione rider, ha l'abitudine di fare un gioco: indovinare il tipo di persona che gli aprirà la porta in base al cibo che ha ordinato. Quei pochi secondi in cui sbircia nella vita degli altri, fermo sulla soglia della loro casa, sono per lui una tentazione irresistibile, ed è difficile che sbagli a tracciare un profilo. Una sera però, contro ogni pronostico, incontra Luca, dodici anni, capelli a spazzola con un po' di crestina, maglia del Napoli e un secchio grande di pollo fritto di Crispy World da mangiare da solo. La madre è uscita, il padre non c'è mai stato: è in un posto lontano a nutrire le balene, o almeno così gli hanno detto fin da piccolo. Un'assenza che si riflette nei suoi occhi nerissimi e profondi, in cui Genny intuisce un dolore che in qualche modo li accomuna. Bastano poche battute perché il ragazzino riesca a convincerlo a entrare in casa per guardare la Champions League in tv. Di partita in partita, nasce così un'amicizia tenera e un po' surreale, inizialmente osteggiata dalla madre di Luca, restia a fidarsi di uno sconosciuto, e poi sempre più stretta. Finché Luca annuncia di voler andare a Napoli con Genny. Sarà insieme una grande avventura e un viaggio nel passato, per poi scoprire di essere a casa.




Autore

Rosario Pellecchia, per tutti Ross, è una delle voci più amate della radio italiana. Nato a Castellammare di Stabia, vive a Milano, dove conduce da anni 105 Friends, lo storico programma di metà mattina di Radio 105. Giornalista, autore e cantante, ha pubblicato cinque album con il suo progetto musicale Flabby, e il suo romanzo d'esordio, Solo per vederti felice (Mondadori, 2019).










Altre Informazioni

ISBN:

9788807034305

Condizione: Nuovo
Collana: I NARRATORI
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 272


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