Paul Heyse (Berlino 1830 - Monaco di Baviera 1914) fu insignito, nel 1910, del Premio Nobel per la Letteratura, il primo conferito a uno scrittore tedesco. Scrisse 216 novelle in prosa o in versi, 74 opere drammatiche, 8 romanzi, liriche (una sorta di diario in versi), memorie, tradusse in tedesco numerose opere di poeti e scrittori italiani, compose fiabe, canti popolari e tenne, infine, un carteggio immenso, del quale è stata pubblicata a tutt'oggi solo la parte ritenuta letterariamente più importante. Le novelle di Heyse, universalmente lodate, scritte sia durante il soggiorno in Italia, sia durante la lunga vita in Germania, mostrano il rispetto per le leggi della natura, fuori dalle quali nulla è bello e nulla è buono. Una notevole parte di tali novelle è di argomento italiano: italiani i protagonisti, italiano il paesaggio, oppure tedeschi i protagonisti, ma camuffati e trasportati nell'ambiente italiano, di cui Heyse ben conosceva gli aspetti esteriori e di cui credeva di conoscere non pochi segreti. Nella novella La vedova di Pisa, di cui si presenta la prima traduzione italiana, Heyse prende le distanze da storie di tragici amori e da figure di donne orgogliose, dai sentimenti profondi e travolgenti. Lucrezia, la protagonista, è, difatti, una vedova da farsa, un'Eva cui piace mordere, tratto tratto, il pomo del peccato.