Dopo i fondamentali contributi della filologia tedesca nell'Ottocento e nei primissimi anni del Novecento, e pur continuando a costituire un punto di riferimento importante per le ricerche sulla retorica, sulla storia e sul pensiero politico antico, il testo di Isocrate è stato lungamente e con poche eccezioni trascurato dagli studi di storia della tradizione. Nell'ultimo decennio si è tuttavia assistito ad un'inversione di tendenza e ad una vivace ripresa d'interesse, a partire dal riesame dell'importante tradizione papiracea. Il presente volume raccoglie i frutti di questo rinnovato fervore di studi e, prendendo le mosse dall'Encomio di Elena e dal Plataico, traccia un quadro complessivo delle vicende del testo isocrateo in età medievale e umanistica. La prima parte presenta un ampio catalogo dei manoscritti, con particolare attenzione ai dati materiali e alla storia dei singoli codici; ne emergono, tra l'altro, nuove identificazioni di mani, possessori e ambienti culturali. Nella seconda parte, dopo aver esaminato il passaggio dalle edizioni tardoantiche alla tradizione medievale, viene indagata in dettaglio la complessa articolazione stemmatica delle due famiglie testuali su cui si ripartiscono i testimoni, giungendo così a individuare nuove fonti primarie, a definire con maggior precisione i rapporti genetici tra i codici e a circoscrivere i principali fenomeni di contaminazione. A distanza di oltre cinquecento anni dall'editio princeps di Demetrio Calcondila, apparsa a Milano nel 1493, questo volume conduce così il lettore a ripercorrere le strade imboccate dal testo isocrateo tra la fine del IX e l'inizio del XVI secolo.