Fornire un avviamento al pensiero di Martin Heidegger a partire dalla questione che ne ha determinato l'andamento sin dalla sua prima opera capitale, "Essere e tempo": ecco delineato l'orizzonte di questo lavoro. Preparare infatti lo sguardo all'avvistamento della questione dell'essere è quanto di più essenziale possa esservi per coloro che hanno avvertito la portata rivoluzionaria del cammino di Heidegger e la sua capacità di trasformare il senso del nostro soggiorno sulla Terra. Proprio nel momento in cui l'opera di Heidegger sembra essere sottoposta ad un ennesimo attacco, diviene decisivo dissipare l'atmosfera di sospetto che continua a gravare sul filosofo tedesco in seguito al suo coinvolgimento politico a favore di Hitler. Nel caso in cui riconoscessimo allora la necessità della rivoluzione dell'università progettata da Heidegger durante i dieci mesi del suo rettorato, saremmo in grado di cogliere l'indole filosofica del suo progetto, mosso com'era dall'esigenza di preparare una via di scampo alla crisi che sconvolse il mondo nella prima metà del XX secolo e che rischia tuttora di compromettere la possibilità di un nuovo inizio. Avvertire l'urgenza della domanda che insiste sulla verità è in questa prospettiva il primo presupposto per ponderare il senso del sapere che abbiamo di noi stessi e del nostro essere insieme come popoli del mondo. Sulla scorta della de-ostruzione della metafisica saremo in condizione così di aprire il cammino a un dialogo del pensiero con l'arte, a cui finiremo finalmente per riconoscere la capacità di assegnare una misura all'esistenza dell'uomo. Misura che, a sua volta, saprà ricondurre entro i propri limiti la pretesa moderna di far tornare tutti i conti attraverso l'adozione di un format che inquadra ogni cosa entro gli schemi di questa o quella visione del mondo. Che cosa differenzia dunque l'arte e il pensiero dalla scienza e da ogni ideologia? Che cos'è la verità?