Il cristianesimo, come l'ebraismo è una religione biblica. Nella Bibbia ebraica la città è un luogo sospetto, di peccato e di vizio, di idolatria e di assenza di Dio. Babele, una città, e il Sinai, una regione desertica, sono i riferimenti spaziali dell'ostilità e dell'amicizia divine. Da un lato Caino, il fondatore dell'urbanesimo secondo il racconto biblico, è anche il primo omicida della storia dell'umanità. Dall'altro, Gesù di Nazaret, il salvatore dell'umanità secondo il cristianesimo, si tiene a distanza dai centri urbani, percorre i villaggi, frequenta i deserti, è giustiziato nella città santa, Gerusalemme, in seguito a una sentenza emessa da un prefetto mandato dalla città eterna, Roma. Selezionando materiali relativi ai primi tre secoli di storia della letteratura cristiana, il libro invita a ripensare la storia del cristianesimo a partire dalle opportunità e dai limiti che lo spazio e lo stile di vita urbani presentavano per un certo tipo di comunicazione religiosa, influenzandone strutture, strategie e forme di istituzionalizzazione. Prefazione Mauro Pesce.