Gualtiero Sammartino, scrittore burbero vagamente snob, di fronte alla necessità di scrivere un romanzo, vive una specie di blocco: diviso tra un comico corrosivo incontrollato flusso di coscienza da un lato, e reminiscenze di ordine autobiografico dall'altro - infanzia, famiglia, ma soprattutto le vicissitudini dei suoi amori, delle sue innumerevoli relazioni, alle quali attribuisce una centralità disperante, quasi dongiovannesca - non riesce di fatto a imboccare un sentiero narrativo, e dunque esistenziale, chiaro.