La rappresentazione del corpo femminile in rapporto al desiderio sensoriale e alle emozioni è un aspetto centrale della lirica cortese. Più volte sono state fornite analisi sull'importanza del ruolo svolto da singole eroine del canone letterario, sulla valenza del corpo nella lirica medievale e sui singoli sensi. Non si è però affrontata con sistematicità diacronica, nella lirica dei trovatori, la questione della donna riguardo alla funzione e alla metamorfosi di tutti e cinque i sensi considerati nel loro insieme, anche a proposito dell'esegesi patristica, del vocabolario mediolatino di riferimento e delle sue rifrazioni sul lessico della fisiologia emozionale romanza. Questo volume tenta di restituire un'analisi storico-semantica puntuale di come la relazione tra la donna e i sensi si trasforma nella lirica cortese, soprattutto riguardo alla manifestazione del desiderio e delle emozioni. La metamorfosi dei sensi muliebri consente di tracciare un percorso diacronico che, a partire da Guglielmo IX, approda alla trasformazione del corpo femminile nel suo solo e "ossessivo" pensiero. Maschile, s'intende.