Gabriele ha 35 anni, una moglie e un figlio, insegna matematica. Una vita come ce ne sono tante, un uomo spiritoso, brillante, sempre allegro, le cui certezze si sgretolano in un giorno di febbraio, il giorno in cui gli viene diagnosticata una grave forma di leucemia. Il ricovero immediato, le cure, la chemio, la perdita dei capelli, del gusto, della forza, l'impossibilità di vedere suo figlio, i suoi studenti. Il dolore, che si fa più acuto e profondo ogni giorno che passa. Tutto questo travolgerebbe e stravolgerebbe chiunque, ma Gabriele ha deciso che per lui non sarà così. Per non far sentire a Roberto, suo figlio, l'assenza di un padre e la presenza incombente della malattia, Gabriele decide di iniziate con lui una sorta di gioco, partendo dalla comune passione per la matematica. E così, giocando, scherzando, ma anche piangendo e gridando, dando e chiedendo aiuto ai suoi compagni di reparto, che Gabriele lotta con tutto se stesso contro la malattia che vorrebbe togliergli la vita, un pezzo alla volta. Ed è così, con la forza dei guerrieri e la delicatezza delle anime pure che riuscirà a sconfiggerla.