Monocularità, difetti di rifrazione, presbiopia, cataratta, alterazioni del senso cromatico, patologie della retina: la malvisione può influenzare l'opera di un pittore? A questa domanda si può rispondere soltanto se si è in possesso di informazioni sugli occhi dell'artista. La valutazione condotta esclusivamente a partire dai dipinti ci espone al rischio dell'errore e a sottovalutare i temi fondamentali del genio e della libertà creativa. Nel libro, attraverso uno studio della letteratura clinica e delle evidenze documentali, si prova a realizzare un'analisi peculiarissima della pittura europea a partire dal XV secolo: una vera e propria "lettura oftalmologica" della storia dell'arte. L'autore indaga aspetti poco conosciuti della vita e della produzione artistica di numerosi pittori, smontando luoghi comuni consolidati: dalla miopia degli impressionisti al giallo di van Gogh, dalla malvisione di Cézanne all'astigmatismo del Greco. Ma il libro è anche un inno alla capacità di adattamento degli artisti, alle loro multiformi e sorprendenti reazioni di fronte all'insorgenza di patologie spesso gravi. Una prova di scienza dinanzi al mistero insondabile dell'opera d'arte.