Il presente testo conclude la tetralogia sull'Indeterminazione affrontando questo aspetto da un punto di vista più esoterico, pur avvalendosi nuovamente della fisica quantistica. In particolare, grazie al Principio di Indeterminazione, spiega un concetto fondamentale legato alla dualità, al bene e al male, al giudizio degli opposti. L'uomo, percependosi come entità a sé, staccata da tutto ciò che la circonda, crea una distanza che inevitabilmente lo tiene legato al Samsara. L'essere umano non capisce che l'atteggiamento più corretto per avvicinarsi alla possibilità di uscire da questo mondo illusorio è del tutto differente da quello normalmente agito. Il giudizio, l'ossessione, la ricerca dell'immortalità, dell'illuminazione, la continua affermazione dell'Io sono, gli tolgono infatti tale possibilità, impedendogli di poter andare oltre. Il primo passo è dunque quello di affievolire il giudizio, la propria arroganza, la distanza da tutto ciò che lo circonda e con cui è necessariamente interconnesso. Anche in questo caso la fisica quantistica gli viene in aiuto, dimostrando attraverso i propri esperimenti quanto un giudizio più blando, meno marcato, possa già di per sé avvicinarlo ad un concetto essenziale per l'illuminazione: la concessione.
