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murakami haruki - l'assassinio del commendatore . vol. secondo: metafore che si trasformano

L'ASSASSINIO DEL COMMENDATORE . VOL. SECONDO: METAFORE CHE SI TRASFORMANO METAFORE CHE SI TRASFORMANO


4 stelle su 5 1 recensioni presenti


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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Einaudi

Pubblicazione: 01/2019





Trama

Nella casa in mezzo al bosco che fu l'abitazione e l'atelier di Amada Tomohiko, il grande artista autore del misterioso quadro «L'assassinio del Commendatore», vive ormai da qualche mese il giovane pittore protagonista di questa storia. La dimora è sperduta, ma non del tutto isolata: nel primo volume, "Idee che affiorano", avevamo conosciuto Menshiki, un vicino ricchissimo e sfuggente mosso da motivazioni solo a lui note. O la piccola Akikawa Marie, studentessa del corso di disegno tenuto dal protagonista, che per una volta sembra abbassare le difese e stringere un legame profondo col suo professore. Per non parlare del Commendatore stesso... Con "Metafore che si trasformano" si conclude l'"Assassinio del Commendatore". Come un mago al culmine del suo potere incantatorio, Murakami Haruki dà vita a un intero universo (a più di uno, a dire il vero...) popolato di personaggi, storie e enigmi che hanno la potenza indimenticabile dei sogni più vividi. Ma non è solo il gusto per il racconto a muoverlo: una volta giunto al termine di questo viaggio visionario, il lettore si scopre trasformato come i personaggi di cui ha letto le avventure, esposto, quasi senza averne avuto consapevolezza, al cuore pulsante della grande letteratura. "L'assassinio del Commendatore", a quel punto, inizia a svelare i suoi mille volti: una riflessione, molto realistica (e attuale), sulle ferite della storia, sulla colpa e la responsabilità. Una terapia per sopravvivere ai traumi. Una guida pratica per orientarsi nel mondo delle metafore. Ma anche un racconto fantastico sui mostri che ci divorano dall'interno, sulle paure che ci sbranano nella notte dell'anima; e su come, quei mostri, possiamo vincerli: prendendoci cura di chi arriverà dopo di noi.




Recensione Libraio

Non c’è nulla, a questo mondo, che si conservi per sempre così com’è.
La seconda parte del romanzo L’assassinio del commendatore, è un viaggio negli inferi dell’anima. La narrazione riprende dalla casa nel bosco, dove il protagonista vive tra i ricordi del grande pittore Amada Tomohiko, in un tempo sospeso che gli serve per recuperare sé stesso, dopo la separazione dalla moglie. Per un certo periodo della vita, anche il fatto di annullare sé stessi ha la sua importanza.
C’è il ritratto della piccola Marie da terminare, le conversazioni con il misterioso vicino Menshiki, i vecchi dischi di musica classica, le lezioni di pittura due volte la settimana. Il tempo trascorre così, pacato e ripetitivo, monotono nella sua lentezza.
Ma c’è sempre il Commendatore, che non è umano ma è un’idea, capace di apparire e travolgere il senso di tutto, indicando una strada per la verità.
È il Commendatore a spingere il protagonista ad affrontare i suoi fantasmi e scendere giù, dentro sé stesso, sottoterra, dove si nascondono i veri mostri.
Il secondo libro de L’assassinio del commendatore si tinge di ombre e di enigmi, e trova nella metafora la corretta visione per un’interpretazione della realtà che conosce solo il tempo come suo giudice.
Gli esseri umani riflettono, rimuginano su tante cose. Non possono farne a meno. Ma per capire che piega prenderanno le cose, devono aspettare che passi del tempo. Tutto è nel futuro.
Il mondo umano è regolato da tre fattori, il tempo, lo spazio e le probabilità e il pittore attraversa i primi due, perdendo ogni riferimento per scoprire come le probabilità possono condurre al nulla, che è l’altra faccia della realtà.
In quella frattura che è un sottile interstizio, si può ritrovare un senso di sé, sanando le ferite, sconfiggendo i draghi, uccidendo le idee, per ricominciare guariti. Ed è l’incompiutezza la dimensione a cui si approda, perché il tempo non è niente, e la memoria è l’unica cosa che l’arte può fermare sulla tela.
Lì, in quell’incompiutezza che ha saputo liberare gli spettri della mente, guardarli in faccia e sconfiggerli, si cela il significato della vita.
“se il mio ritratto resta incompiuto, significa che non sarò mai compiuta neanch’io, non è fantastico?”
L’assassinio del commendatore si riscatta da qualche lungaggine e dalla lusinga della citazione con una risposta definitiva e appassionata di Haruki Murakami sull’essere umano e le sue paure più profonde: una guida dell’anima scritta con il coraggio visionario che è la sua firma, e che lo rende eternamente unico e geniale.

Recensione di Francesca Cingoli









Altre Informazioni

ISBN:

9788806239718

Condizione: Nuovo
Collana: SUPERCORALLI
Formato: Rilegato
Pagine Arabe: 434
Traduttore: Pastore A.





I vostri commenti al Libro

1 recensioni presenti.

16/03/2019 Di carlo_checchi
4 stelle su 5

Rispetto al primo piaciuto un po' meno



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