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“Nei momenti migliori, Sauer si ripeteva che se il suo mestiere aveva ancora un senso, in tempi di propaganda battente e tramonto delle certezze, era proprio per questo: combattere le voci, attestare la verità.”
La morte della giovane Angela Raubal, detta Geli, in un appartamento signorile di Monaco, mette in moto una macchina di indagini frenetica e urgente: ai commissari Siegfried Sauer e Helmut Foster vengono concesse solo otto ore per risolvere il caso. Perché Geli è la nipote di Adolph Hitler, suo tutore legale, e il suo corpo senza vita è stato trovato nell’appartamento dello zio, in una stanza chiusa a chiave, accanto alla sua pistola. Sembra un suicidio, tutto lo fa credere un suicidio, tutti hanno interesse a farlo sembrare un suicidio. Sauer e Foster vengono subito messi sotto pressione per una veloce conclusione, che eviti qualsiasi scandalo.
L’angelo di Monaco di Fabiano Massimi recupera un episodio della storia di Hitler, e della Germania intera, ridando dignità e luce all’immagine di una ragazzina che ha vissuto all’ombra dello zio, accompagnandolo negli anni della sua ascesa, in un rapporto con tanti interrogativi e tantissime ambiguità. Geli emerge dalle pagine del libro come una giovane incantevole, elegante, frivola, che concentrava su di sé ogni attenzione quando compariva. La sua vita e la sua morte, archiviata frettolosamente, hanno coinvolto tutti i nomi che stavano scrivendo il futuro più imprevedibile e atroce della storia dell’umanità.
“La Storia, pensò Sauer. Uno dei suoi assilli ricorrenti. Come giudicherà tutti noi? I nostri sforzi, i nostri errori, il nostro confuso girovagare in questo labirinto senza segni?”
In una Monaco ancora radiosa e piena di vita, in una manciata di giorni nel pieno dell’Oktoberfest del 1931, Sauer e Foster indagano tra birrerie e studi fotografici, stanze nascoste e grandi sale del potere: un gioco di strategia perché accanto a chi vuole mettere subito un punto fermo alla disgrazia, ci sono persone che nell’ombra tramano per portare a galla la verità. In gioco c’è la credibilità e l’autorevolezza di Hitler. Ci sono fermenti estremisti nell’aria, e la società si divide tra chi si affida e chi invece prova già insofferenza alla violenza, chi ha voluto credere in un sogno di rinascita e chi si accorge già dell’incubo che sta iniziando a rapidi passi.
Quando compare sulla scena Adolf Hitler, leader dei nazisti e non ancora Fuhrer, si percepisce la presenza del lupo, Wolf, come era soprannominato, famelico e morboso, una figura sinistra e sgradevole. Intorno a lui, il cerchio magico composto da Himmler, Göring, Goebbels, Hess gioca di astuzia, muovendo le pedine di un gioco pericoloso per chi partecipa inconsapevolmente e ne diventa vittima.
“Forse ogni passaggio della sua indagine era stato previsto, preordinato da una mano invisibile che ne guidava lo svolgimento secondo piani ignoti a tutti gli attori in scena.”
Sulle note di Rachmaninov, ai piedi del Vecchio Pietro, un frammento di storia viene restituito alla memoria, con un’attenzione documentaria scrupolosa, che accoglie anche i due commissari, persone reali documentate negli archivi dell’epoca come responsabili dell’inchiesta: la fluidità narrativa e gli stacchi cinematografici rendono il libro un thriller storico riuscito e coinvolgente e una testimonianza viva di un momento apparentemente ancora calmo, ma prossimo all’apocalisse umana, di cui coltiva tutti i fermenti.
Mettendo insieme realtà e fantasia, accostando scorci di fulgente bellezza a scenari di cupa violenza, Fabiano Massimi scrive la morte della Repubblica di Weimar con gli ingredienti di un giallo incalzante, che batte il tempo con audacia, crea un crescendo di tensione, e si addentra nelle spire dell’indagine con dettagli e ritratti efficaci, colpi di scena, dichiarazioni che cambiano le carte del gioco, false piste, lettere svelate, viaggi sull’Orient Express.
Tra uomini assetati di potere e giovinette prede di amori tossici, Fabiano Massimi non pretende di dare risposte ma riesce a insinuare domande, a mettere faccia a faccia menzogna e verità, a ricostruire ambienti e luoghi con scrupolo, a portarci nelle stanze più segrete del movimento nazista, e a ridare vita a momenti e incontri che sono a modo loro un tributo alla realtà della storia, e a una bella ragazza vittima della follia.
“Per la sua morte non c'è stata giustizia.
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