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joachim schmid; valtorta roberta - joachim schmid e le fotografie degli altri

JOACHIM SCHMID E LE FOTOGRAFIE DEGLI ALTRI mostra al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello B: (MI) curata da Roberta Valtorta

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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Johan & Levi

Pubblicazione: 11/2012





Trama

Joachim Schmid (Balingen, 1955), paradossalmente soprannominato "il fotografo che non fotografa", lavora con la fotografia dai primi anni ottanta senza produrre alcuna immagine propria. «Nessuna nuova fotografia finché non siano state utilizzate quelle già esistenti!» ha infatti dichiarato nel 1989 in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'invenzione di questo mezzo espressivo, un principio a cui è rimasto fedele fino a oggi. In un'odierna "civiltà dell'immagine" caratterizzata da una crescente proliferazione di fotografie, ai limiti dell'assuefazione e del non-senso, Schmid ha deciso di sospendere la produzione e di limitarsi a cercare, raccogliere e riutilizzare fotografie già esistenti e scattate da altri. Un materiale sconfinato che include anche figurine, inviti di mostre, manifesti, cartoline, immagini trovate ai mercatini delle pulci o negli archivi, immagini scaricate da siti Internet e social network. L'artista tedesco le preleva dal grande flusso della comunicazione contemporanea, le archivia, se ne appropria, le associa tra loro, talvolta manipolandole, in cerca di nuovi possibili significati. Collezionista, entusiasta del riciclaggio, catalogatore ed ecologista piuttosto che fotografo, dunque, Schmid ha lasciato il segno nel dibattito teorico in merito a questo mezzo espressivo fondendo nella sua posizione due temi fondamentali dell'arte contemporanea: da un lato l'idea del readymade duchampiano, dall'altra quella della "morte dell'autore" formulata da Roland Barthes. Avendo indagato tutte le pratiche fotografiche diffuse a livello di massa e tutti i diversi linguaggi a esse connessi, Joachim Schmid è probabilmente la persona che negli ultimi decenni ha visto, ma soprattutto utilizzato, più immagini di ogni altro uomo al mondo. E così il suo nuovo, ironico motto oggi è: «Per favore non smettete di fotografare».




Note Libraio

Joachim Schmid (Balingen, 1955) lavora con la fotografia dai primi anni ottanta senza produrre alcuna immagine propria. «Nessuna nuova fotografia finché non siano state utilizzate quelle già esistenti!» ha dichiarato nel 1989 in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’invenzione di questo mezzo espressivo, un principio a cui è rimasto fedele fino a oggi. Schmid decide di non fotografare limitandosi a raccogliere, selezionare e riutilizzare fotografie già esistenti. Il suo concetto di fotografia si allarga a immagini scaricate da internet e dai social network o trovate nei mercatini e negli archivi, ma anche a figurine e ritagli di giornale. Il materiale raccolto e decontestualizzato si carica di nuovi significati diventando altro, ovvero l’opera di Joachim Schmid che fonde in sé due temi fondamentali dell’arte contemporanea: da un lato l’idea del readymade duchampiano, dall’altra quella della "morte dell’autore" formulata da Roland Barthes. Il volume, nato da un progetto del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, presenta il lavoro del "fotografo che non fotografa" attraverso le riflessioni di artisti, docenti di fotografia e critici d’arte come Mark Durden, Joan Fontcuberta, Simone Menegoi, Franco Vaccari, Roberta Valtorta e John Weber.










Altre Informazioni

ISBN:

9788860100948

Condizione: Nuovo
Collana: SAGGISTICA D'ARTE
Pagine Arabe: 80


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