"...Mike oggi non naviga più ma la Plassey della sua gioventù, quella che non si è arenata, se la porta sempre addosso, come un tatuaggio indelebile. Quando ne parla affiora la malinconia. Sa che appartiene alla sua storia, a quel tempo che non tornerà. Se cercate il relitto, scrivete "Plassey Shipwreck", la troverete. Un altro modo per vederla è andarci di persona... ... Una categoria in particolare tende a nascondersi. Sono i sognatori. Un segno che li identifica comunque c'è. L'ho imparato da un clochard amico, un vecchio navigatore di treni che sapeva cogliere e definire, con una caratteristica ben precisa, ogni rappresentante della fauna viaggiatrice. Mi disse che si possono riconoscere semplicemente perché siedono vicino al finestrino, trascorrendo il tempo ad inseguire, curiosi, le forme mutanti delle nuvole.... ... Questa sembrava perfetta, l'isola da raggiungere. Anzi, era di più: l'utopia realizzata, la dimostrazione che un altro mondo è possibile..."