In meno di dieci anni l'innovazione sociale si è affermata come un pilastro delle politiche pubbliche in Europa. Il mondo della ricerca, accademica e non, ha dato un contributo fondamentale al consolidamento di una simile posizione e questo ruolo è testimoniato dal numero via via crescente di pubblicazioni, programmi di ricerca, master e insegnamenti. Malgrado ciò, la locuzione "innovazione sociale" continua a essere un termine vago, utilizzato per descrivere fenomeni sociali tra di loro molto diversi. La sua vaghezza teorica la rende un concetto che può essere impiegato per delineare sia forme collaborative e radicali di protagonismo sociale, sia la sostanziale privatizzazione dei sistemi di welfare di impronta neoliberale. Il principale obiettivo di questo volume è quello di formulare e proporre una solida concettualizzazione dell'innovazione sociale, nel tentativo di colmare quelle lacune che permangono più evidenti e problematiche. Attraverso una review sistematica della letteratura scientifica prodotta sull'argomento, l'analisi di dati secondari e lo sviluppo di un significativo numero di casi studio realizzati mediante osservazioni dirette e interviste ai protagonisti del mondo dell'innovazione sociale e delle politiche pubbliche ad essa dedicate, il testo cerca di rispondere ad alcune domande: come e perché l'innovazione sociale ha trovato nelle politiche europee un terreno fertile? Quali sono gli attori e le forme organizzative maggiormente implicati nelle sue iniziative? Quale relazione esiste tra le attività di innovazione sociale e la governance urbana? Il saggio presenta tre caratteristiche che lo rendono utile per studiosi e policy maker: organizza per ambiti disciplinari la letteratura prodotta sull'argomento; ricostruisce il modo in cui l'innovazione sociale si è affermata come idea di politiche sociali; inquadra l'innovazione sociale come esito di processi di governo urbano caratterizzati da approcci collaborativi.