Dalla presentazione dell'autrice: "La vicenda della pandemia da Covid-19, un'esperienza traumatica collettiva, che ha messo in discussione non solo i cardini della nostre certezze ma anche la visione del presente e del futuro, mi ha fatto nascere, da giornalista, il desiderio di capire e analizzare i diversi racconti che ne sono stati fatti dai media. L'obiettivo è cercare di non perdere i punti di riferimento, avere in mano una bussola per riuscire ad orientarsi. Penso che il sentimento più comune tra tutti noi investiti da questa sconvolgente ondata, oltre alla paura per un virus sconosciuto, sia stato lo smarrimento di fronte ad un profluvio di notizie e dati il più delle volte contrastanti tra loro. L'esigenza di mettere in forma scritta le mie riflessioni deriva anche dall'amarezza nel constatare la cappa di passività, omologazione e mancanza di senso critico che ha avvelenato e avvelena non solo molti di coloro che fanno comunicazione nel nostro Paese, ma anche l'opinione pubblica. Questo libro non ha né l'ambizione né la quadratura del saggio, ma intende presentare una serie di riflessioni maturate dall'esperienza e dall'osservazione della realtà, con l'obiettivo di diventare più consapevoli dei meccanismi che governano la comunicazione. Desidera essere un aiuto per non farsi travolgere dal caos delle notizie e sviluppare quel senso critico necessario per avere un pensiero il più possibile autonomo e libero dai condizionamenti."
